Il ministro Abodi: “La Juventus non è l’unica. Non possiamo voltarci dall’altra parte”

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha parlato di quanto accaduto in questi giorni alla Juventus: “Probabilmente non è l’unica…“

Quello che sta accadendo in questi giorni nel mondo calcistico italiano non sta passando di certo inosservato. Anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi ha detto la sua riguardo il caso Juventus.

Il 28 novembre, il CdA della Vecchia Signora, ha rassegnato le dimissioni in blocco, compreso il presidente bianconero, Andrea Agnelli. L’Inchiesta Prisma della procura di Torino, ha poi portato, oltre che alle dimissioni del presidente, e di tutto il Cda della Juventus, anche alla richiesta di rinvio a giudizio per 12 indagati. Il ministro dello sport, Andrea Abodi ha detto la sua riguardo quanto accaduto

Abodi: “Probabilmente la Juventus non è l’unica”

Stando a quanto riportato dall’ANSA, Andrea Abodi, si è espresso proprio in merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto la Vecchia Signora, affermando che – con ogni probabilità – anche altre squadre potrebbero aver avuto lo stesso atteggiamento. “La situazione della Juventus è soltanto la punta estrema, per certi versi, anche clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall’altra parte”, perché “probabilmente la Juventus non è l’unica”.

Poi ha chiarito che “è il momento di mettere ordine e di andare a controllare in maniera più puntuale, perché ci sono società che si comportano in maniera estremamente corretta ed altre che, evidentemente, hanno interpretato in maniera troppo particolare le norme, e ciò determina un problema anche sul versante dell’equa competizione”.

Abodi: “Garantire l’autonomia sportiva, ma…”

Abodi, ha poi aggiunto che bisogna, sì ,garantire l’autonomia sportiva, ma controllando costantemente i comportamenti gestionali delle varie società: “L’autonomia sportiva deve esser garantita”, ma “i comportamenti gestionali devono essere monitorati, analizzati, valutati ed eventualmente sanzionati”. Il ministro ha infine chiarito che “i fenomeni degenerativi devono essere regolati all’interno del sistema sportivo”.